Il quaderno di viaggio
Ho acquistato qualche tempo fa un accattivante quadernino prendi appunti intitolato Quaderno di viaggio.
La vita stessa è il viaggio, ho ritenuto utile prenderlo.
Prima di lasciare spazio alle note libere il quaderno pone alcune domande: doverosamente ho risposto.
NUMERI UTILI DOVE PASSARE LA NOTTE
Probabilmente questa pagina doveva servire ad annotare i posti migliori in cui ho pernottato durante i miei viaggi, così da ritrovarli facilmente qualora ne avessi necessità.
Una persona normale avrebbe ritenuto dunque saggio riempire la pagina in questo modo.
Una persona normale.
A me invece è venuto istintivo ricordare un bed and breakfast di Firenze dove ho occasionalmente passato una notte un paio d'anni or sono.
Era per me un periodo estremamente creativo, non era importante con chi fossi lì in quel momento - per quanto fosse una persona comunque piacevole - era importante che fossi lì con me stessa.
L'ambiente estremamente accogliente mi ha cullato la mente con l'immaginazione; mi sedetti sulla scrivania sotto la finestra - sedersi sulla sedia davanti alla scrivania? e perché mai, non avrei potuto guardare giù, né su, né ovunque - e iniziai a scrivere...
NOTTE DA UNA FINESTRA.
L'aria di Firenze
da una finestra
m'invade
le stanze dalla stanza
infinite si aprono
porte sull'immenso
e una magnolia
mi guarda, la guardo,
tende i rami, tendo il silenzio
ascoltiamo insieme
i rumori della vita
di una città nella notte.
I pensieri si fondono
in armonie di spazi
la strada è giù
io sospesa su una scrivania
ancorata ad una penna
per scrivere della luce
dei lampioni, del buio
del cielo, dei colori
del mondo.
Il giorno dopo ripresi a vagare per la mia cara e più volte percorsa Firenze. Ricordo il Sole di Palazzo Pitti allungare la mia ombra sugli antichi gradini, lo svettare del campanile di Santa Maria del Fiore contro il cielo terso, il brulicare estatico dei turisti, i profumi e i suoni delle vivaci strade.
Mi fermai poi sul lato sinistro del Lungarno ad osservare il Ponte Vecchio...
RIFLESSI E PALAZZI
Come in un'impressione
la realtà si frastaglia
sulle sporche acque dell'Arno.
Beltà e fango
e si plasmano mondi
galleggianti sul tempo
che scorre torbido
lento, poi ratto
a più vento, a men vento.
Le canoe faticano correnti
astanti i ponti restano
a cavallo tra spazi
da percorrere
e s'affaccian dal Vecchio
lampadari, terrazzi,
finestre.